Protection of Conscience Project
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Service, not Servitude

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World Medical Association

Revisione della Dichiarazione di Oslo sull'aborto terapeutico (2006) della WMA

12 December, 2017

Sean Murphy*
amministratore, Protection of Conscience Project

Introduzione

Questo è un riepilogo di un resoconto preparato su richiesta di un membro associato della World Medical Association.  È destinato all'utilizzo da parte dei membri associati e costituenti della WMA e dei membri delle associazioni dei medici nazionali che sono membri costituenti della WMA.  I documenti della WMA originali qui citati sono disponibili sul sito Web della WMA.

Précis
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I.    INFORMAZIONI PRELIMINARI
I.2     Riesame della politica sull'aborto

I.2.1    Ogni anno la WMA sottopone a riesame le proprie politiche. Ad aprile 2016, il Consiglio ha deciso che fosse necessario confermare la Dichiarazione di Oslo sull'aborto terapeutico della WMA del 2006 con lievi revisioni. A ottobre, la segreteria ha presentato una bozza di revisione della Dichiarazione da sottoporre all'esame del Consiglio (Secretariat Revision - SR).5 Con una sola eccezione, le revisioni sono state puramente redazionali (Appendice "A").

I.2.5    . . . La sostanza della Dichiarazione del 2006 è rimasta intatta nella versione SR (Appendice "A").  A ottobre 2016, il Consiglio ha deciso di distribuire la versione SR ai membri della WMA perché dessero una loro opinione.7 . . .

I.2.7    Il Comitato etico medico si è riunito ad aprile 2017. . . 8  È stato deciso di sottoporre il documento SR all'analisi di un gruppo di lavoro costituito da volontari. . . .9

I.2.8     Il gruppo di lavoro. . .10  ha presentato una sua relazione al Comitato etico medico a ottobre 2017. . . . [Il gruppo] ha presentato una propria bozza di revisione [Working Group Abortion Policy (WGAP).

II.    [IMPOSIZIONE DELL'OBBLIGO DI AFFIDARE IL PAZIENTE A UN ALTRO MEDICO NON OBIETTORE O CHE PRATICA PERSONALMENTE L'ABORTO]

II.3.1    La clausola 6 della Dichiarazione 2006 recita:

Se le convinzioni del medico non gliconsentono di consigliare o praticare un aborto, può tirarsi indietro pur garantendo la continuità dell'assistenza medica da parte di un collega qualificato.

[La clausola revisionata dal gruppo di lavoro recita:]

[ "8. Un medico ha il diritto all'obiezione di coscienza nei confronti dell'aborto, ma tale diritto non deve permettergli di ostacolare o negare l'accesso all'aborto legale perché ciò ritarderebbe l'assistenza alle donne, mettendone a rischio la salute e la vita stessa. In tali casi, il medico deve affidare la donna a un professionista disposto e qualificato sull'aborto o a un'altra struttura sanitaria di facile accesso, in conformità al diritto nazionale. Qualora ciò non fosse possibile, il medico obiettore, deve praticare l'aborto sicuro o eseguire qualsiasi procedura si renda necessaria per salvare la vita della donna ed evitare che riporti problemi di salute gravi."]

[ CONSEGUENZE (dall'abstract del resoconto)]

Quasi tutti i membri della World Medical Association (WMA) sono rimasti soddisfatti con una revisione minore della Dichiarazione di Oslo sull'aborto terapeutico 2006 della WMA fatta circolare per un commento nel 2016. . .

La WGAP ha ripercussioni avverse gravi per i medici che, per motivi di coscienza, si rifiutano di praticare l'aborto.  La Dichiarazione del 2006 recita che "possono rifiutarsi di praticare l'aborto, ma devono garantire la continuità dell'assistenza medica da parte di un collega qualificato". In questo modo si assicura la continuità dell'assistenza senza richiedere la facilitazione dell'aborto mediante rinvio o altri mezzi.  La clausola è rimasta invariata nel documento SR e ritenuta accettabile da quasi tutti i membri della WMA.

Per contro, la WGAP richiede ai medici obiettori di affidare le pazienti che richiedono l'aborto a un altro medico, anche se ritengono che ciò non sia etico. Non è coerente sostenere che i medici sono eticamente obbligati a fare ciò che ritengono non etico e molti medici obiettori considerano l'affidamento delle pazienti a colleghi non obiettori inaccettabile.

Il requisito della WGAP non è supportato neppure dall'esiguo numero di membri che hanno commentato sulla versione SR.Solo un membro ha suggerito una revisione minore e nessuno ha raccomandato che l'affidamento a un collega fosse obbligatorio.

Inoltre, imporre ai medici obiettori di facilitare una procedura che ritengono non etica o immorale sarebbe incoerente con altre dichiarazioni o politiche della WMA che vietano in modo esplicito ai medici di procedere in questo modo.

Inoltre, come dimostrato dagli sviluppi in Canada, soprattutto in Ontario, la WGAP crea un precedente per i medici che non desiderano affidare i pazienti ad altri medici per altre procedure contestate come non morali, come l'eutanasia e il suicidio assistito.  Può anche essere citato per supportare le domande dei medici che eseguono personalmente tali procedure.

Infine, il gruppo di lavoro ha ignorato o non ha considerato la distinzione tra aborto terapeutico e aborto elettivo, come hanno fatto notare i membri della WMA.  La distinzione è essenziale per stabilire gli obblighi etici e professionali di un medico in materia di aborto. Tuttavia, la WGAP è ambigua su questo punto e anche controversa, perché può sembrare che sostenga l'idea che i medici debbano praticare o affidare a un collega anche i casi di aborto elettivo.

La WGAP dovrebbe essere respinta.Viola la libertà di coscienza del medico in materia di aborto nel breve termine e di eutanasia e suicidio assistito nel lungo termine. D'altro canto, è possibile confermare con sicurezza la Dichiarazione del 2006. . .

IV.    RIEPILOGO

IV.1    La WGAP è una revisione radicale della Dichiarazione di Oslo sull'aborto terapeutico del 2006 non richiesta dalla stragrande maggioranza dei membri della WMA.  Dimostra una propensione generale in favore dell'aborto e contro la libertà di coscienza del medico. La richiesta di rendere obbligatorio il rinvio di un paziente a un altro medico non è supportata dai commenti di alcuni membri che hanno commentato sulla versione SR della Dichiarazione.

IV.2    Il gruppo di lavoro sostiene che i medici sono moralmente obbligati a praticare l'aborto mediante rinvio, anche se ritengono che ciò sia immorale o non etico.  Ciò è incoerente, poiché non può esservi alcun obbligo etico a fare ciò che si considera sbagliato.

IV.3    Obbligare i medici obiettori a praticare ciò che ritengono essere non etico o immorale è in contraddizione con la Dichiarazione di Ginevra.Risulta inoltre incoerente con le dichiarazioni della WMA in materia di donazione di organi e tessuti, pena capitale, tortura e interrogazione, che vietano tutte ai medici di favorire condotte da parte di altri che contraddicono i principi di etica medica.  Infine, l'adozione della WGAP indicherebbe il sostegno da parte della WMA di discriminazioni basate sull'orientamento etico.

IV.4    La distinzione tra aborto terapeutico e aborto elettivo è essenziale per stabilire gli obblighi etici e professionali di un medico concernenti la procedura. Il gruppo di lavoro non solo non è riuscito a riconoscere tale distinzione, ma ha sostituito la politica esistente con un passaggio che è ambiguo su questo punto. Di conseguenza, la WGAP, se adottata, probabilmente provocherebbe ulteriori polemiche, poiché verrebbe applicata per costringere i medici a praticare l'aborto elettivo a scopo di controllo delle nascite.

IV.5    Obbligare i medici a facilitare l'aborto è preliminare a costringerli di facilitare altre procedure contestate per la loro moralità, come l'eutanasia e il suicidio assistito e, infine, a fornire personalmente la prestazione di tali servizi.Ciò indurrebbe molti medici a lasciare la pratica medica e a chiudere l'accesso alla professione medica a molti credenti e ad altri soggetti la cui filosofia della medicina riflette un approccio ippocratico tradizionale.

V.    CONCLUSIONI

V.1    La WGAP dovrebbe essere respinta.Viola la libertà di coscienza del medico in materia di aborto nel breve termine e di eutanasia e suicidio assistito nel lungo termine.

V.2    D'altro canto, è possibile confermare con sicurezza la Dichiarazione del 2006 . . .


TABLE OF CONTENTS
I.    BACKGROUND
II.    WORKING GROUP ABORTION POLICY AND CONSCIENCE
III.    OTHER ELEMENTS OF THE WORKING GROUP ABORTION POLICY
IV.    SUMMARY
V.    CONCLUSION
 

APPENDIX "A"
Abortion: 2006 Declaration and Secretariat Revision
APPENDIX "B"
National Association Responses to the Secretariat Revision
APPENDIX "C"
Working Group Abortion Policy
APPENDIX "D"
Mandatory Referral - From Abortion to Euthanasia
D1.    Canadian Medical Association
D2.    Mandatory referral for abortion revisited
D3.    Mandatory referral for euthanasia proposed
D4.    Mandatory referral for abortion, euthanasia and assisted suicide
D5.    Mandatory physician provision of abortion and euthanasia
APPENDIX "E"
Therapeutic and Elective Abortion